Di seguito l’analisi de “Il giuramento degli Orazi” di Jacques-Louis David, scritta da una nostra giovane studentessa
Il Giuramento degli Orazi
Jacques-Louis David
Analisi dell’opera scritta da C.,
Studentessa di 3° media
Il dipinto descrive il momento subito prima dell’inizio della guerra tra Roma e Alba Longa.
In primo piano si nota il padre davanti ai tre Orazi, suoi figli, che prima di consegnargli le spade dice che dovranno rimanere fedeli e non tradire mai la patria. Fanno poi questo giuramento da cui deriva il titolo.
Spiccano i tre Orazi ed il padre, protagonisti di questo dipinto, e al lato destro delle donne, loro mogli.
La luce illumina perfettamente l’opera risaltando così tutti gli elementi. Le vesti, poi, realizzate così dettagliatamente, servono a dare estrema veridicità al dipinto.
Man mano che ci si allontana dalla scena principale si nota chiaramente uno sfondo privo di luce, forse per rappresentare quello che accadrà dopo la guerra oppure esaltare la scena principale e non diventare invadente.
Sono presenti distinte caratteristiche che formano lo stile neoclassico trattato in quest’opera, come la staticità dei personaggi e le emozioni represse, perché prima di tutto si percepisce un’assenza di anima nei volti.
Tuttavia, noto per ogni soggetto un’intenzione precisa. I tre Orazi per me esprimono la forza, la stabilità, ma soprattutto notando la mano del centrale, stretta forte su quella del fratello, una grande unione tra di loro, sono pronti assieme per combattere, ignorando cosa succederà dopo. Nel volto del padre invece noto una fiducia, nel contempo speranzosa, di non essere tradito. Mette nelle mani dei figli il futuro con quasi malinconia.
Inoltre tutti hanno i piedi ravvicinati per compiere questo decisivo giuramento.
Le donne all’estremità sono accasciate, prive di forza, tale è la loro disperazione, come se fosse già finito tutto. La vicenda sembra non appartenga loro, ma al contempo la loro presenza è di assoluta importanza per far capire all’osservatore come lo sconforto e la desolazione sia vissuta, da personaggi secondari, con profonda malinconia e perdita di reazione all’evento.
C.